La triade Allat, Al-Uzza e Manat rappresentavano la madre, la fanciulla e la saggia. E i loro culti erano molto diffusi e sentiti fino all’arrivo di Muhammad e dell’Islam.
Allat che significa semplicemente la dea, aveva il centro del suo culto nella città di Taif ed era simboleggiata dalla luna crescente e dal leone.
Nel suo tempio era adorata una pietra sacra di colore bianco racchiusa in una struttura cubica e legata a riti di fertilità.
Quando la città fu conquistata dalle armate di Muhammad, il tempio fu distrutto e la pietra riutilizzata come gradino della moschea.
Al-Uzza è la dea giovane, potente e guerriera e aveva il suo epicentro di culto a Hijaz.
Era adorata in un boschetto di acacie a lei dedicate nell’oasi di Palmeto Siriano che vennero poi tagliate e sradicate per cancellarne il ricordo.
Manat era invece la più antica delle tre divinità femminili ed è legata al fato e al destino come le Parche classiche.
Rappresentata come una vecchia saggia, il suo centro principale era l’antica città di Medina.
Pare esistesse per ciascuna divinità una pietra sacra da adorare, un’usanza questa molto diffusa che poi è rimasta anche nell’Islam con la pietra nera meteoritica conservata a La Mecca e dedicata ad Allah.
Le antiche cronache arabe ci tramandano che i culti della triplice dea erano gestiti da sacerdotesse chiamate bathi-sheba che significa “figlie della saggia”, ed i riti in loro onore prevedevano di girare attorno alla pietra sacra in venerazione, forse a rappresentare i pianeti.
I due attributi usati frequentemente dai Musulmani per descrivere Dio, Ar-Rahman e Ar-Rahim, appartengono alla forma assoluta e superlativa della radice R-H-M, il cui significato è “utero.”
Anche la religione islamica ha inglobato in se, come ogni altra religione, i retaggi della cultura della grande madre, anche se in forma fortemente rimaneggiata.
E’ interessante notare come in molte leggende queste tre dee, pur avendo origini diverse, venissero considerate una sorta di triade divina, unita da vincoli (variabili da racconto a racconto) di parentela. A volte ci si riferisce alle tre dee come alle figlie di Al-Lah, ”le figlie del Dio”, altre volte Manat e Al-Lat sono considerate figlie di Al-Uzza. Comunque una triade, proprio come i tre aspetti della Dea. Al-Uzza e Al-Lat, la Stella e la Madre, ”la Potente” e ”la Dea” (luna crescente e piena) e Manat, la dea anziana, ”ciò che è sparito” (luna calante/nera).
I loro simboli: Stella, Luna crescente, pietra nera sono tutt’ora presenti nella cultura islamica, basta alzare gli occhi verso i tetti degli edifici di culto islamico dove campeggia la mezzaluna (dedicata ad Artemide), che con l’aggiunta successiva di una stella (da parte di Costantino e dedicata alla Vergine Maria, ”Vergine” come Al-Lat ”la Dea”) è diventato il vessillo ufficiale della fede mussulmana.
Allah è il maschile di Allat che significa la Signora o semplicemente la Dea, come Allah in seguito significò semplicemente il dio. Considerata alla stregua di Afrodite secondo Erodoto, era anche vista nel mondo greco-romano come la dea Minerva.
Il nome Allat, contrazione del termine arabo al-Illahat, secondo la testimonianza di Erodoto deriverebbe dal termine Alilat, la dea principale che fu venerata dagli arabi.
Il termine Al-ilat deriverebbe a sua volta da Lilith.
Lilith, la donna che secondo l’ebraismo fu moglie di Adamo prima di Eva, cacciata e sostituita da Eva in quanto donna selvaggia e disubbidiente.
Questa dea era adorata soprattutto nella penisola del Sinai dai Nabatei e dai Palmirensi e trovava l’origine del suo culto nella città di Ṭāʾif a sud della Mecca. Aveva come simbolo la luna crescente e il leone.