LA DEA ASHERAH

Asherah è quanto di più vicino possa riferirsi allo studio sul “Femminino Sacro”. Ella o se preferite con un gioco di parole possiamo chiamarla Elat (femminile di El “Dio” – nome con il quale spesso viene indicata ), è una delle più importanti figure del pantheon semitico, cananeo e dell’Israelitismo antecedente a Mosè.
É la Dea Madre di tutte le cose e le creature, esseri umani e Dei compresi (lo stesso Elohim, termine che indica Dio in ebraico, è in realtà un plurale per Dei), è la Regina dei cieli, è compagna e sposa del Dio oggi considerato unico nelle religioni monoteiste.Non c’era iscrizione che non affiancasse ad El, Elat, a Yahweh, Asherah, a Dio la sua pari Divinità femminile.
Il suo culto era diffusissimo in tutta l’area Mediorientale, in Mesopotamia e nelle aree dell’Asia Minore (si pensi agli Ittiti che la veneravano sotto il nome di Asherdu).
Nonostante ancora ai nostri tempi si tende ad ignorare l’esistenza di Asherah, esiste un’immensa biblioteca di tavolette cuneiformi del XIII secolo a.C. ritrovate in Siria soprattutto nel sito di Ugarit, oltre a diverse citazione in testi sacri, anche nella stessa Bibbia ci sono circa 40 riferimenti ad Asherah nel Vecchio Testamento.
É proprio dell’Antico Testamento che sappiamo che il culto di Asherah si è sviluppato e diffuso tra le tribù ebraiche per circa tre secoli, che è stato introdotto nel tempio di Gerusalemme da Roboamo, figlio di Salomone all’incirca nel 928 a.C., che nei quasi quattro secoli di esistenza del tempio di Salomone, sorgeva in esso una statua ad Asherah dedicata e il suo culto era legittimo e riconosciuto da re, sacerdoti e religione.
Nello specifico nel libro dei Giudici, nel libro dei Re, nel libro di Samuele e nel libro di Geremia ritroviamo riferimenti specifici alla Dea Asherah.
Simboli di Asherah erano la stele liscia, la colonna e l’albero (Essa stessa viene indicata come l’Albero della Vita), tutti elementi ritrovati in abbondanza in Israele.
Durante il periodo monastico cominciarono le tensioni tra coloro che riconoscevano la divinità femminile affiancata a quella maschile e quelli che adoravano il solo Yahweh, la Dea ed il suo culto cominciarono a prendere un’accezione negativa, “satanica” addirittura, fino ad arrivare al 586 a.C. quando col periodo persiano, la caduta di Giuda e l’esilio in Babilonia, che il culto di Asherah praticamente scomparve.
Il culto della Dea ha continuato la sua esistenza in segreto fino a giungere ai giorni nostri, dove anzi sembra conoscere uno sviluppo irrefrenabile che, forse, porterà ad un suo nuovo riconoscimento di qualcosa che nonostante tutto, è stato, è, e sarà.
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