UN SALUTO AD UNA CARA AMICA, LA VIOLA MAMMOLA

A colei che ci ha accompagnati in questa lunga primavera, ed ora è pronta per la sua sfioritura, per ringraziarla per la sua preziosa compagnia, in attesa di ritrovarci nel prossimo ciclo per lasciarci ancora una volta avvicinare dalla tua bellezza che porta meraviglia negli occhi di chi la sa guardare.

Con il tuo comportamento e delizioso colore ci hai insegnato le tue virtù terrene e celesti. Ti abbiamo ammirata mentre, attraverso le tue radici e rizomi, abbracci la Terra servendoti del suo nutrimento e lasci che le formichine portino a spasso i tuoi semi. E’ proprio grazie al forte contatto con il suolo e ai suoi abitanti che permetti la tua rigogliosa fioritura che colora tutto l’intorno. Ogni tua foglia ha un suo proprio movimento singolare e unico, pieno, placido e rotondo.

I cinque petali dal colore scuro e forte ricordano la tua vicinanza con l’elemento terra, stemperato dal tuo odore inebriante che condividi con l’Aria.

Tu, Viola, che con il tuo profumo, molto più intenso a distanza che a contatto, ci hai ricordato di Esserci e manifestarci attraverso la condivisione. Ti sei lasciata scoprire nel tuo carattere delicato raccontandoci di essere adatta a tutti coloro che sono spontaneamente portati a conoscersi attraverso gli altri.

“Viene spesso associata alla Rosa (che le succede naturalmente nel mese prossimo alla sua sfioritura) nella tradizione letteraria, poetica, nelle arti e nella medicina popolare. Nascono Rose e Viole dal sangue di Adone, giovane bellissimo amato da Venere; ancora violette nascono dal sangue di Attis, un altro giovane conteso per la sua bellezza e che si suiciderà, evirandosi all’ombra di un Pino. Una leggenda greca narra che Efesto, il dio Vulcano, brutto e claudicante, innamoratosi di Venere-Afrodite, per sedurla si coronò il capo di viole mammole, che magicamente convinsero la dea della bellezza a seguirlo nelle viscere della terra.

Simboli d’amore, quindi le viole, ma anche simboli di morte, con cui si ornavano le tombe delle fanciulle, morte prematuramente.

La Viola ha dato anche il nome a strumenti musicali come la viola, il violoncello, il violino. In “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare si parla della Viola, come un fiore che all’inizio era bianco, ma che colpito da una freccia di Cupido, dio dell’Amore, per l’amorosa ferita diventò purpureo, e fu chiamato Viola.

Ed è proprio il succo di viola, spruzzato sulle palpebre di una persona addormentata, che la farà follemente innamorare della prima persona incontrata, come succede alla fata Titania, che per la burla di un folletto, si innamora di una testa d’asino. La viola ha una altro significato simbolico collegato al suo colore, che è composto in ugual misura dal blu e dal rosso: rappresenta il punto di incontro tra il rosso della passione e il blu delle facoltà comunicative.

La sua simbologia va ad arricchire il suo utilizzo anche nella sfera psichica: la viola, sensibile e delicata, può essere usata laddove si voglia aumentare la sensibilità, la ricettività, la creatività del pensiero, per lenire ferite dell’esistenza e in particolare le delusioni d’amore: si ritiene infatti che il suo profumo “conforti e corrobori il cuore”.

L’aroma può essere usato, per massaggi o bagni, per ammorbidire e smussare gli spigoli di un carattere rude. Nella sfera amoroso- sessuale, la viola agisce a livello del cuore, nel senso che addolcisce, inclina all’amore e al sentimento, ma grazie all’azione del “blu che si mescola al rosso” e che aggiunge una nota rinfrescante, rischiara la mente e la rende più aperta, più riflessiva e pacata, rilassa e abbassa le tensioni.

A livello organico ha proprietà espettoranti e antinfiammatorie utili per tutto il sistema respiratorio, depura la pelle e deterge i pori (in questi casi è indicata per lavaggi o comprese di acqua calda, bagni di vapore); stimola la circolazione e ha un’azione antinfiammatoria in caso di problemi circolatori agli arti o reumatismi”.

Noi, oltre ad utilizzarle in cucina, lasciamo essiccare le Sue foglie per infusi, le trasformiamo in rimedio floreale vibrazionale e la portiamo in macerazione con alcol biologico di frumento e acqua di sorgente dinamizzata per utilizzarla come estratto, da sola o composta insieme ad altre Piante, che lavorano in sinergia per nutrire le carenze di un dato momento personale e periodo stagionale.

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